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Happy Hour di AGBD: dove il volontariato diventa relazione

Ci sono esperienze che iniziano per caso e poi, senza nemmeno accorgertene, diventano parte di te.
Magari pensi: “Vado una volta, provo.”
Poi ti ritrovi ad aspettare con entusiasmo il prossimo appuntamento. Non tanto per quello che si fa, ma per le persone che si incontrano.
Happy Hour di AGBD è proprio questo: un momento semplice, informale, in cui le relazioni contano più di tutto.

Nato con l’idea di creare occasioni di svago e condivisione con i nostri ragazzi, Happy Hour è diventato negli anni uno spazio prezioso per stare insieme nel modo più autentico. Non servono programmi elaborati: basta una pizza, una serata a tema, una passeggiata, una partita a bowling. Attività ordinarie, in apparenza. Ma che sanno trasformarsi in qualcosa di straordinario, se vissute con il giusto spirito.

Chi partecipa lo racconta spesso così:
“Pensavo di fare qualcosa per gli altri… e invece sono io che torno a casa più ricco.”
Perché il volontariato, in questo contesto, non è un gesto unilaterale. È una relazione, uno scambio continuo. È presenza vera.

Non ci sono ruoli rigidi o competenze richieste: solo la voglia di esserci, con autenticità. A Happy Hour si può ridere senza sentirsi fuori luogo, si può ascoltare senza dover dare risposte, si può condividere senza aspettarsi nulla in cambio.
È uno spazio libero, umano, dove ogni persona – ragazzo o volontario – può essere sé stessa, senza giudizi né maschere.

La testimonianza di Silvia, responsabile del gruppo Happy Hour

Tra le persone che vivono più da vicino questa esperienza c’è Silvia, responsabile del gruppo volontari. E le sue parole restituiscono con delicatezza tutto il valore di questo percorso:

“Si inizia dedicando qualche ritaglio di tempo, entrando piano piano, quasi in punta di piedi. Poi, quasi senza accorgertene, ti rendi conto che mettersi in gioco non è solo dare una mano: è anche scoperta.
Si ride, si condividono momenti autentici, si cresce insieme. E soprattutto, si può essere davvero sé stessi, senza giudizi né condizionamenti sociali.
Se lo desideri, puoi anche costruire legami veri. Dopo un po’, non si riesce più a farne a meno.”

È una descrizione sincera, che va dritta al cuore. Perché Happy Hour non è un’attività da organizzare: è un’esperienza da vivere.

Perché partecipare? Perché restare.

Ci sono mille motivi per avvicinarsi a un’esperienza di volontariato. Ma spesso, quelli che ti fanno restare, non li puoi spiegare del tutto: li senti.

È quel sorriso timido che diventa una battuta a fine serata.
È la libertà di ballare male e ridere bene.
È il sentirsi parte di un gruppo che accoglie senza etichette.

Happy Hour ti insegna a rallentare. A guardare negli occhi. A lasciare andare il bisogno di “fare per forza qualcosa”. Ti ricorda che l’inclusione non è un gesto eccezionale, ma un’abitudine quotidiana, fatta di piccoli gesti, attenzioni sincere e presenza reale.

Un invito aperto a tutti

Happy Hour accende ogni mese piccoli momenti di felicità condivisa. E ogni volta è un’occasione nuova per conoscersi, divertirsi, costruire relazioni vere.

Se non ci conosci ancora, ti invitiamo a farlo. Basta poco: la curiosità, la voglia di esserci, anche solo per una volta.
E se ci sei già stato, magari puoi raccontarlo ad altri. Condividere cosa ti ha lasciato. Perché spesso, il volontariato più bello è proprio quello che si trasmette da persona a persona.

Happy Hour è per tutti. Ma soprattutto, è con tutti.

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